GIANNI DESSÌ
OTTO Gallery Arte Contemporanea inaugura, sabato 9 aprile alle ore 18.30, la mostra di Gianni Dessì, nuovamente a Bologna dopo la personale del 1996 e le mostre con Giuseppe Gallo (1993) e Alfredo Pirri (2001).
Sono presentati nuovi lavori concepiti appositamente per la mostra alla galleria OTTO, realizzati partendo dalla fibra di vetro intrecciata e sovrapposta in spessori a formare uniche grandi superfici che la resina coagula e l’artista mostra facendole aderire direttamente al muro. Grandi “fogli” smarginati dove Gianni Dessì dispiega il suo immaginario.
Studio bianco, il lavoro più grande in mostra, formato dalla congiunzione di due grandi fogli, gioca con l’ambivalenza del luogo (lo studio dell’artista), del luogo geografico (la congiunzione dei due fogli è sagomata sulle linee del Tevere, dove lo studio in realtà si trova) e l’esercizio pittorico sul bianco (Studio bianco, appunto). Le altre tre opere esposte (intitolate: Tre, Grande Nodo e Fiore) fanno da corollario al grande lavoro della prima sala e vertono sull’idea di unione, intreccio e nodo. Nella terza sala invece sono presentate una serie di opere su tela, di uguale misura (cm 120×60), stesse cornici e un unico colore, il giallo, a chiudere la mostra in un ritmico vibrare di rapide immagini appena colte al proprio apparire.
Gianni Dessì è un grande sperimentatore della materia: la sua opera è da sempre caratterizzata dalla forte eterogeneità dei materiali usati che si inseriscono nella tela e intersecano la pittura, portando verso nuovi registri percettivi e rompendo la frontalità del quadro.
Lo spettatore è quasi obbligato ad avvicinarsi all’opera, a mutare il punto di vista per percepire la complessità esterna delle forme, dei segni e delle iscrizioni ricorrenti nella pittura: i volti, gli occhi, i vortici concentrici, le grafie geometriche. Dessì agita e muove la superficie che lavora, moltiplica i linguaggi della pittura, ricostruisce e arricchisce: ”La pittura si fa per strati e a questa moltiplicazione dei piani se ne affianca una di senso. L’immagine finale sarà il risultato di tante altre che la sottendono, la formano e le danno senso e qualità particolari” [Gianni Dessì].