ZERO
giovanni termini
Per la prima volta la OTTO Gallery espone nei propri spazi una personale di Giovanni Termini. Con la mostra intitolata Zero, Termini intende portare lo spettatore ad interrogarsi sulla profonda precarietà nella quale ci troviamo e sull’inesorabile passare del tempo. Infatti, Zero indica lo stadio nel quale tutto può accadere e in cui qualsiasi elemento può intervenire e dare vita ad infinite possibilità.
L’artista presenta tre fotografie i cui soggetti principali sono dei container, parallelepipedi dove la precarietà esistenziale delle vite che li abitano si concretizza visivamente attraverso l’evanescenza delle immagini.
Con l’installazione Divaga ma non troppo Termini destruttura e ristruttura lo spazio attraverso le linee verticali e orizzontali dei tubi metallici da cui è composta. Sulla struttura portante fatta di tubi sono poggiate due casse, una di legno e l’altra di vetro chiuse in maniera diversa: la prima da due fasce di nylon e quella di vetro, la cui trasparenza è stata offuscata dagli acidi, da apposite ventose. Come i moduli abitativi presentati nelle fotografie, anche le casse sono dei contenitori che occupano con la loro fisicità lo spazio, ma allo stesso tempo lo contengono. Inoltre, non essendo sigillate, possono essere aperte superando la loro funzione contenitiva.
Per ultima, la scultura Passato, presente, futuro è costituita da tre rotoli perfettamente uguali, la cui diversità è data solo dai tre tipi di marmo che la costituiscono: il nero Marquina, il grigio Tao e il bianco di Carrara. La fresatura visibile sulla parte superiore dei tre elementi, suggerisce lo scorrere inesorabile del tempo che si avvolge su se stesso come se fosse un rotolo di carta. L’artista lascia lo spettatore libero di assegnare ognuno dei tre colori alle diverse fasi che scandiscono la ciclicità della vita: presente, passato e futuro.